Un matrimonio solido che guarda al futuro, anche della città. Al via la mostra di Antonio Sant’Elia.
Dopo l’accordo di collaborazione siglato nel 2013 con il Museo Statale Ermitage col quale le bollicine di Prosecco DOC sono state elette ‘vin d’honneur dell’Ermitage’, il Consorzio Prosecco Doc da San Pietroburgo è approdato a Venezia dove nel 2015 stringe un accordo con lo IUAV sulla valorizzazione del paesaggio, passando per la Triennale di Milano per formalizzare un rapporto di partnership con un impegno crescente che va dalla brandizzazione del centralissimo Design Cafè, cuore pulsante della TdM, a diverse forme di supporto alle varie iniziative organizzate in sede. “Triennale di Milano ci sta regalando molte occasioni di collaborazione anche con le molteplici realtà con le quali essa dialoga, intesse rapporti, avvia le iniziative più diverse. Tutte in uno scenario di rilievo internazionale - precisa Stefano Zanette, Presidente del Consorzio di tutela del Prosecco Doc – E internazionale è anche il contesto nel quale si muove il Prosecco che vede il 70% della sua produzione (400 milioni di bottiglie) destinato agli oltre 100 Paesi che ne compongono la quota export, con il Regno Unito al primo posto, seguito a debita distanza da Stati Uniti e Germania. Un consenso mondiale che negli ultimi anni continua a crescere a doppia cifra e vede quest’anno l’Italia riconfermarsi come primo mercato, capace di assorbire il 30% dell’intera produzione”.
Un successo senza uguali, al quale -spalmati su poco più di 20.000 ettari distribuiti in nove province di due regioni- concorrono oltre 10.000 produttori, la stragrande maggioranza dei quali con dimensioni da piccola azienda familiare che non supera i due ettari. Un universo di operatori che con grande abnegazione e viva passione portano avanti una tradizione millenaria coniugando antichi saperi e capacità di innovarsi per stare al passo coi tempi in un attività produttiva, la vitivinicoltura, che non a caso molti definiscono ‘arte’. Con l’arte il Consorzio del Prosecco va molto d’accordo. Innumerevoli le collaborazioni avviate un po’ in tutto il mondo, dagli Usa alla Cina, dalla Russia all’Italia, naturalmente. In mondo sempre più dinamico, fatto di persone sempre più esigenti che ora, oltre al vino di qualità, chiedono anche un sistema produttivo di qualità, il Consorzio del Prosecco Doc intercettando, anzi anticipando le tendenze del consumatore, sta spingendo con forza nella direzione della sostenibilità a tutto tondo. Come? Portando avanti un sistema di certificazione innovativo che contempli non solo il rispetto dell’ambiente inteso come suolo, aria e acqua, ma anche la sostenibilità economica e sociale. Cioè la capacità di far coesistere in forma armonica, attività produttive, comunità locali e consumatori. Non più sostenibilità del singolo, ora si va verso la sostenibilità di sistema. Anche la convivenza può diventare un’arte.
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