Cartizze PDC: l’eccellenza tra viti centenarie, innovazione e design
Pietro De Conti ci porta in quel lembo di terra che, unico al mondo, dà vita al Prosecco Superiore di Cartizze.
Cartizze! Chi ama il Prosecco non ha bisogno di grandi spiegazioni su che cosa sia il Cartizze, ma vale davvero la pena parlarne perché, come ogni tipicità locale, non si tratta solo di sapori, ma anche di luoghi, persone, storie e vite.
Come sappiamo l’area di produzione del Prosecco si estende su 15 comuni e comprende un’ampia zona collinare che è anche patrimonio dell’umanità UNESCO. Ebbene, per trovare il Cartizze, dobbiamo andare in un posto ben preciso: una speciale collina, un’area di 106 ettari che si estende introno a Cartizze, località compresa tra i borghi Fol/Follo, Saccol e nelle frazione di Valdobbiadene Santo Stefano e San Pietro di Barbozza.
Il Cartizze viene vinificato solamente con uve provenienti da questo prezioso fazzoletto di terra.
E chi meglio di un produttore può parlarci di questa eccellenza?
Per parlare di Cartizze ci siamo rivolti a Pietro De Conti che, ospitandoci nella sua cantina PDC, ci ha fatto fare un viaggio nella sua terra, tra natura, tradizione e tecnologia, per conoscere i suoi vini e la magia di questo prodotto.
Pietro De Conti, oltre ad essere un imprenditore e un vignaiolo, è un ingegnere meccanico che, dopo aver girato il mondo alla scoperta di altre zone vitivinicole, ha deciso di rientrare nella sua terra, in Via Cartizze. Qui, nel 2012, ha dato vita al suo progetto: valorizzare un’eccellenza tutta italiana e far conoscere le peculiarità che rendono unica la denominazione del Conegliano Valdobbiadene Docg, e in particolar modo dell’area del Cartizze, attraverso la sua filosofia e i suoi prodotti.
Oggi Pietro, all’interno dell’azienda, è parte attiva a 360 gradi. Segue tutto in prima persona: dalle operazioni in vigneto (tutte attività improntate al biologico), alla potatura (per la quale segue i canoni della scuola Simonit&Sirch), fino alle pratiche di cantina e alla promozione del territorio.
La cantina PDC
La cantina PDC è uno spazio raccolto, dal design moderno e minimale, che riesce a rendere davvero protagonista il Prosecco Superiore di Cartizze Docg.
Produce circa 15.000 bottiglie all’anno, con uve provenienti unicamente da vigneti all’interno della zona Cartizze.
Le viti
In questi terreni troviamo moltissimi esemplari di viti centenarie, veri e propri cimeli di inestimabile valore che, viste dal vivo, rendono a pieno la caparbietà e la forza di queste piante.
Dimenticate macchinari, cestoni e carri: le viti di Cartizze PDC vengono vendemmiate rigorosamente a mano e i grappoli recisi vengono sistemati in cassetta per evitarne il danneggiamento.
Segue poi una pressatura sofficissima, che porta ad una resa del 60% (si pensi che la resa media solitamente si aggira sul 75%).
Vinificazione
PDC ha scelto, per la prima fermentazione del suo Cartizze, i vasi vinari di cemento Tulipe NicoVelo che, con la loro struttura, favoriscono il mantenimento della temperatura e i moti vorticosi.
Dopo la prima fermentazione, il vino passa dai 2 ai 5 mesi sulle fecce nobili con batonnage ripetuti.
I vini
Passiamo ora all’assaggio.
La cantina produce quattro vini, di cui due facenti parte della selezione BIO da sole viti centenarie.
Abbiamo iniziato la degustazione da brut e dry dove troviamo le uve glera e tagli varietali di bianchetta, verdiso e perera.
BRUT (residuo zuccherino di 5gr/lt)
Estremamente fresco, varietale ed equilibrato.
Da abbinare a risotti, piatti di pesce, carni bianche.
DRY (residuo zuccherino di 20gr/lt)
La scelta di mantenere un livello minimo di zuccheri residui all’interno del range Dry premia in piacevolezza. Un vino da dessert, indicato soprattutto per la pasticceria secca (provatelo con la “sbrisolona” per un abbinamento territoriale al 100%).
Siamo poi passati ad extra brut ed extra dry, della selezione BIO.
Come anticipato la scelta è stata quella di vendemmiare separatamente le uve provenienti da piante centenarie le cui rese scendono ancora, siamo circa al 50%.
A differenza dei primi due prodotti, qui siamo davanti ad un vino da monovitigno, glera in purezza.
EXTRA BRUT (residuo zuccherino di 2 gr/lt)
Ci ha stupito: elegante, in pieno equilibrio tra le note di mela verde croccante e pompelmo rosa. Sapidità e persistenza sono assicurate.
Abbinato ad un crudo di pesce o a dei crostacei crudi come gli scampi, con la sua struttura sarà in grado di portare in perfetto equilibrio il palato.
EXTRA DRY (residuo zuccherino 13 gr/lt)
Morbido ma con una buona freschezza, qui la pesca gialla fa da padrona insieme ai fiori d’acacia, ottimo vino da aperitivo.
Dopo questo viaggio possiamo affermare la cantina PDC ha tutte le carte in regola per raggiungere l’obiettivo che si è prefissata: valorizzare un prodotto d’eccellenza italiano, come il Prosecco Superiore di Cartizze.
Ma valutate voi stessi: vi consigliamo una visita in cantina per fare una degustazione.
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