Contatti: +39 0423 972051 - info@ninofranco.it
Dove: Via Garibaldi 147 31049 Valdobbiadene (TV)
Visite guidate: da 1 a 10 persone, su prenotazione (lingue Italiano, Inglese, Francese e Tedesco)
Shop in cantina: si
Orari: Lun. - Giov.: 8.00/12.00 e 13.30/17.30 Ven. 8.00/12.00 e 13.30/16.30
È una giornata uggiosa in quel di Valdobbiadene, ma la visita da Nino Franco mi ha dato tutto quello che serviva per sconfiggere la meteoropatia e ritrovare il sole.
Varco la soglia della cantina, accoglienza e sorrisi non mancano, si respira un bel clima qui e le due ore passate in compagnia di Silvia Franco sono state la conferma che la percezione avuta era corretta, ora vi racconto tutto.
Silvia rappresenta la quarta generazione della cantina, lavora nel settore dell’Interior Design fino al 2006, anno in cui prende la decisione di spostarsi da Milano per tornare nella sua Valdobbiadene ed entrare a tutti gli effetti nell’azienda di famiglia.
È una donna di mondo, concreta, amante del bello e con energia da vendere, qualità che le sono tornate utili all’interno della cantina perchè, a conti fatti, lei il mondo l’ha girato per davvero e a ritmo sostenuto, facendo conoscere con entusiasmo i prodotti e la storia della sua famiglia.
Ad oggi ricopre un ruolo trasversale che va dall’area commerciale all’organizzazione aziendale insieme al padre Primo, enologo di lunga data dall’anima commerciale con la passione per l’architettura.
La cantina e i vigneti
La storia della cantina affonda le sue radici già dal primo dopoguerra.
Siamo nel 1919, quando Antonio Franco, fonda le “Cantine Franco Antonio, produttore e negoziante di vini”.
Negli anni ‘50 il figlio Giovanni, detto “Nino”, insieme alla moglie Iole continuano l’attività sotto il nome di “Nino Franco di Franco Giovanni”, commercializzando anche vini provenienti dalla vicina Valpolicella.
Nella sala degustazioni dove mi trovavo con Silvia ci sono infatti alcune bottiglie storiche sia di Prosecco che di Amarone. Non sto qui a dirvi la mia emozione nel vederle da vicino perchè mi dilungherei troppo, ma vi posso assicurare che mi hanno fatto un certo effetto.
Nel 1971 Primo si diploma alla Scuola Enologica di Conegliano e diventa parte attiva in azienda focalizzandosi sulla produzione esclusiva di Prosecco.
Nel 1982 viene a mancare Nino padre di Primo, l’azienda passa totalmente nelle mani di quest’ultimo che continua in prima persona il sogno dei suoi predecessori portando il loro Prosecco in giro per il mondo per farlo conoscere ed apprezzare.
Dai racconti che Silvia mi ha riportato su suo padre, capisco che lungimiranza, tenacia e “giri intorno al mondo” sono una dote comune in famiglia.
Nel 1993 l’intuizione di Primo e della moglie Annalisa è quella di vinificare singolarmente il vigneto “Grave di Stecca” con l’obiettivo di far conoscere caratteristiche, differenze e qualità che rendono una parcella vitata unica al calice. Per realizzare questo progetto è stata fatta un’importante selezione massale con successive opere di reimpianto.
Quasi 10 anni dopo viene acquistata Villa Barberina, una dimora del ‘700 presente all’interno del vigneto “Grave di Stecca” oggi diventato un relais gestito da Annalisa.
Il 2019 segna una tappa storica per l’azienda: i suoi primi 100 anni.
Un secolo di storia di una realtà che ad oggi conta una produzione che si aggira sul milione di bottiglie, che è riuscita a portare i loro prodotti in 35 paesi e a sviluppare un export importante (circa il 70% del fatturato); non c’è che dire, tutte le miglia aeree e i fusi orari vissuti da Primo e Silvia hanno dato i loro frutti.
I vini
Abbiamo degustato 2 vini:
RUSTICO Valdobbiadene Docg
Brut (10gr/lt)
Vitigni: Glera 100%
Cavallo di battaglia della cantina con la sua etichetta nata negli anni ‘70 e ancora oggi in auge. Un vino che è la “joint venture” di più appezzamenti, sì perchè proprio come quando più aziende collaborano per raggiungere al meglio un progetto comune, anche Rustico nasce traendo solo l’espressione più caratteristica di ognuno dei 10 diversi vigneti che lo compongo ed il risultato è presto apprezzabile al calice.
GRAVE DI STECCA 2016
Brut (7gr/lt)
Vitigni: Glera 100%
Qui è il caso di dire che siamo davanti sì ad un monovarietale ma anche ad un monovigneto , 100% uve Glera provenienti esclusivamente dall’omonimo appezzamento, il sogno nato nel 1993 da Primo e Annalisa. Un vigneto che ricorda i clos francesi, delimitati da una cinta, cosa rara nell’area Prosecco. Grave di Stecca è infatti protetto da un muro, l’intera superficie vitata consta di 2,4 ettari su terreni di roccia calcarea con alcuni punti ghiaiosi.
Arrivo così alla fine di questa mattinata e nel tragitto che mi riporta verso casa, come consuetudine, cerco di mettere mentalmente in ordine l’esperienza appena vissuta riassumendola in tre punti chiave.
Il primo “punto” è Silvia, la donna che è, la dedizione che traspare quando parla dell’azienda di famiglia, il rispetto per quello che è stato costruito nel secolo di storia precedente e la sua gentilezza mescolata alla giusta dose di determinazione.
Il secondo è la storia stessa di quest’azienda, che ha dovuto fare i conti con imprevisti e ostacoli a tratti anche importanti, che ad oggi però può dire di aver festeggiato la sua centoquattresima primavera in piena forma, questo per dire che nessun percorso sarà mai privo di avversità, la differenza la fanno sempre il modo in cui si reagisce e la squadra che le affronta.
Il terzo è la bellezza, ho trovato tante cose belle all’interno di questa realtà, non solo in termini puramente estetici o enoici ma anche e soprattutto in termini umani.
A Valdobbiadene, terra famosa per la produzione dell’ottimo Prosecco, nella regione Veneto, si trova il relais Villa Barberina. La villa, annoverata f...
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