Cantine Cirotto: “sognatori” coi piedi per terra (più precisamente in vigna)
Siamo ad Asolo, uno dei Borghi più belli d’Italia nonchè “La città dai cento orizzonti” come venne definita da Giosuè Carducci.
Una perla nel cuore del Veneto che dal 2009 è ufficialmente entrata nel disciplinare delle denominazioni d’origine controllata e garantita con la sua “Asolo Prosecco Docg”.
Cirotto è la cantina che sta alle porte del paese e che ci ospita per raccontarci la sua storia e i suoi prodotti.
Veniamo accolti da Francesco che conoscerete nei paragrafi a seguire e che, per il momento, mi sento di descrivervi come un sognatore consapevole, sì perché se c’è una cosa che la famiglia ha ben chiara in mente è che la fortuna di fare viticoltura in un luogo così prezioso va accompagnata da ricerca, pazienza e dedizione; tutte caratteristiche che da Cirotto non mancano.
Cantina e vigneti
Cirotto è una realtà vitivinicola attiva da 3 generazioni:
Giovanni ha saputo dare continuità all’attività iniziata nel 1949 dal padre Leandro, fondatore e memoria storica della cantina.
Nel 2000 avviene la svolta con l’entrata in scena dei figli di Giovanni, Monica e Gilberto e Francesco, marito di Monica.
Gilberto segue i molteplici lavori in vigna mentre Monica e Francesco sono impegnati nella gestione della cantina e della vinificazione.
Una mission, quella di Cirotto, improntata anche sulla ricerca e sulla valorizzazione di uno degli autoctoni veneti per eccellenza, l’Incrocio Manzoni Bianco (6.0.13).
Parliamo di una produzione che si aggira sulle 80.000 bottiglie totali divise in diversi appezzamenti vitati caratterizzati sia da terreni di roccia carbonatica calcarea che da marne argillose di origine marina, ecco che mineralità nei primi e sapidità nei secondi sono garantite.
I vini
È il momento di sfoderare i calici.
Francesco sceglie di farci assaggiare due espressioni distinte dei loro prosecchi, l’Extra Brut e l’Extra Dry.
Come sappiamo l’Extra brut, nella scala della classificazione per residuo zuccherino è l’espressione più secca con un residuo che può andare al massimo ai 6 gr zucchero per litro; con l’Extra dry possiamo spaziare invece dai 12 ai 17 grammi litro.
In entrambi i vini abbiamo almeno un 90% di glera e il restante 10% di bianchetta, verdiso e perera. Le uve vengono raccolte e selezionate a mano, segue pressatura e fermentazione del mosto in acciaio.
La rifermentazione in autoclave dura circa 40 giorni per passare poi all’imbottigliamento.
Le diverse parcelle vitate vengono vinificate separatamente e andranno poi a comporre le diverse basi.
Scopriamo l’interpretazione che la famiglia Cirotto ha scelto per questi suoi prodotti.
Cirotto è sì un produttore di Prosecco ma dal 2008 porta avanti anche un progetto decisamente interessante soprattutto per chi ama i vitigni autoctoni che troppo spesso rischiano di finire nel dietro le quinte pur avendo tutte le carte in regola per esibirsi sotto i riflettori del palcoscenico vitivinicolo italiano.
Per chi non lo sapesse in Italia abbiamo un patrimonio formato da moltissimi vitigni autoctoni, alcuni dei quali hanno rischiato anche l’estinzione, altri invece grazie ad illustri ricercatori e studiosi sono riusciti a sopravvivere e trovare il loro territorio d’elezione dove riescono ad esprimersi al meglio.
Uno di questi è l’Incrocio Manzoni 6.0.13 conosciuto come Manzoni Bianco, vitigno nato dagli studi svolti dal professor Manzoni presso la scuola enologica di Conegliano nel ventennio che va dal 1930 al 1950.
Un incrocio tra Riesling Renano e Pinot Bianco che è poi riuscito a scrivere la sua storia proprio nelle nostre colline.
Sì perchè in queste zone l’incrocio Manzoni riesce a dare vita a vini molto interessanti e la famiglia Cirotto lo sa molto bene, a testimonianza di ciò nasce infatti il loro Costalunga un incrocio Manzoni fermo che vi invito a provare sicura che non ve ne pentirete.
Va detto che questo vitigno non è facile da coltivare, presenta un grappolo molto piccolo che non regala rese abbondanti ma porta con se sensazioni olfattive uniche, un buon corpo e una spiccata acidità.
Insomma è un po’ una sfida dedicarsi all’incrocio Manzoni, ma una sfida che se affrontata con testa e dedizione può portare con sè delle grandi soddisfazioni.
Se avrete la curiosità di conoscere Francesco capirete che le sfide non lo spaventano tutt’altro, ecco che giusto per aggiungere un po’ di pepe al progetto la famiglia Cirotto ha ben pensato che valeva la pena di spingersi oltre, nasce quindi un sogno anzi nasce il Sogno : un incrocio Manzoni 6.0.13 Metodo Classico dosaggio zero con permanenza di 48 mesi sui lieviti (o 72 mesi nel caso della riserva).
Sogno nasce nel terreno di Costalunga nel comune di Cavaso del Tomba, produzioni medie di 1 kg di uva a pianta e rese uva/vino che si aggirano intorno al 50%...ecco credo non serva aggiungere altro.
Se questi sono i risultati delle sfide che intraprende la famiglia Cirotto c’è da augurarsi che continuino ad avere la stessa caparbietà, lungimiranza e dedizione avuti sino ad ora e conoscendo Francesco direi che le riserve di queste tre caratteristiche sono ancora ampiamente abbondanti.
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